Il giorno 18 giugno 1998, tredici rappresentanti dei tanti tartufai di Volterra e degli altri Comuni della Val di Cecina costituirono l’Associazione Tartufai, davanti al notaio Francesco Marcone. Fissarono gli obbiettivi sociali nello statuto e nominarono il primo presidente dell’Associazione nella persona di Antonio Bruci. In quegli anni, nel 1995, la Regione Toscana aveva emanato un’ottima legge, sulla raccolta, la coltivazione ed il commercio dei tartufi, assegnando un ruolo attivo ai tartufai che si fossero costituiti in associazioni di raccoglitori.
Quella legge permetteva alle associazioni dei tartufai ” ….lo svolgimento di attività volte alla conservazione, miglioramento e tutela degli ambienti tartufigeni …..” nonchè la possibilità di ottenere autorizzazioni comunali per la gestione diretta di tartufaie controllate. Così, nel 1999, pochi mesi dopo la sua costituzione, l’Associazione Tartufai dell’Alta Val di Cecina ottenne l’autorizzazione comunale alla gestione di tre tartufaie ritenute tra le più ricche di Volterra: Giovannoni, Cecchellaia e Cimitero. Successivamente, nel 2012, l’autorizzazione comunale fu estesa alle tartufaie di Pretenzano e delle Carogne.
Da quindici anni a questa parte i soci tartufai prestano le giornate di lavoro necessarie per il mantenimento e il miglioramento dell’habitat delle cinque tartufaie gestite dall’Associazione. L’Associazione controlla e garantisce, per quelle aree, il rispetto delle norme di legge sulla raccolta. Tuttavia, l’obbiettivo più importante da raggiungere è la salvaguardia dell’ambiente naturale ed il rispetto delle norme di legge su tutto il territorio, non solo nelle aree gestite dall’Associazione. Ci aiuterebbe la legge regionale n. 50/1995 che offre ai Comuni la possibilità di individuare e delimitare le zone di effettiva produzione di tartufi, inserendo quelle aree nei piani regolatori comunali, per proteggerle da interventi e attività pregiudizievoli .
Le Amministrazioni Comunali di Volterra e di Montecatini VC., territori ricchi di aree tartufigene, non hanno ancora colto le possibilità offerte da questa normativa regionale di salvaguardia, nonostante le richieste reiterate e le denunce fatte dall’Associazione Tartufai dell’Alta Val di Cecina circa l’impoverimento e l’esaurimento di intere zone. L’Associazione continuerà il suo lavoro per la protezione delle qualità naturali del territorio e, quindi, per la salvaguardia delle zone tartufigene, considerando i tartufi un meraviglioso dono e una ricchezza comune di questo territorio.